Ho sempre cercato di inserirmi prima possibile nel mondo del lavoro, e di tanto in tanto, mi capitava di rispondere a qualche annuncio sporadico di ricerca di lavoro. Un giorno del 2000, proprio mentre ero in Biblioteca a studiare, mi contattarono dall'ufficio recruitement della vecchia "Banca121" chiedendomi se ero disposto a sostenere un colloquio con loro per la posizione di "promotore Finanziario". Ovviamente mi fiondai all'appuntamento e carico di entusiasmo, accettai di partecipare ad un corso di formazione di quattro mesi per tre volte a settimana tutta la giornata. In realtà non avevo capito alla perfezione di cosa si occupava quello strano ufficio, non era una classica banca, ma una sede con tante scrivanie e nessuna "cassa". Il corso e soprattutto il contratto di lavoro, erano finalizzati al superamento dell'esame per l'abilitazione all'Albo dei Promotori Finanziari. Un programma di studio enorme (quasi mezzo corso di laurea), ed un'esame da sostenere che a sentire gli altri sembrava insormontabile. Col solito entusiasmo e con la voglia di vincere un'altra sfida, mi fiondai a capofitto in questa avventura. Più andavo avanti con il programma del corso e più mi si chiariva che la figura del "Promotore Finanziario" era indispensabile ai clienti per poter consigliare e seguire i loro portafogli d'investimento. Era gli anni del boom del trading on line e degli investimenti fai da te. iniziavano le prime piattaforme web ed internet si sviluppava alla velocità della luce. La preparazione all'esame, iniziò a mettere in crisi il corso di laurea, ma non potevo tirarmi indietro. Dovevo ottenere l'abilitazione. Superai brillantemente la prova scritta. Mi attendeva l'orale. Mi parlavano di un certo professore della commissione esaminatrice storicamente bocciava il 99% dei canditati che gli si sedevano innanzi. Ma come ho detto prima, non sono un fatalista, piuttosto credo che ognuno sia artefice del proprio destino. E' inutile e facile dare la colpa ad altri, oggi, sei il risultato delle scelte che hai fatto tu in passato
Ovviamente in un'aula enorme e piena di candidati, sento gridare il mio nome. Nella confusione, non avevo capito, quale degli esaminatori avesse preso in mano il mio fascicolo, sentivo solo ripetere in continuazione, mentre mi facevo spazio tra la gente: Nasconditi, non farti vedere, questo ti boccia! Ero sicuro di me stesso, e del percorso che avevo fatto fino ad allora, e soprattutto non era da me nascondersi, e perché mai? Un'ora e mezza dopo di "interrogatorio serrato", il "Prof" si alzò per stringermi la mano e complimentarsi per aver passato l'esame e per la mia imminente iscrizione all'Albo di Promotori dei Servizi Finanziari". C'è l'avevo fatta!!!!!
Mi precipitai in Banca121 per firmare il contratto di lavoro, ma capìì ben presto che la mia idea di affiancare il cliente nelle sue scelte di investimento, era visione fiabesca e che nella realtà, dovevo vendere dei gran "pacchi" ai miei potenziali clienti! Era una logica che non capivo: Ma se oggi vendo un "prodotto finanziario" ad un mio cliente, vincolandolo per un X numero di anni. Quando saranno trascorsi questi anni ed il cliente si accorgerà di non aver guadagnato, ma soprattutto di aver perso dei gran soldi, come potrò sperare di "costruirmi" una clientela di lunga durata? In sostanza (questo vale ancora oggi) più il prodotto che vendevi era speculativo, più questo costava per il cliente, quindi più la banca ci guadagnava, e più soldi incassavi pure tu!
Una logica perversa e totalmente contraria al mio senso di Rispetto delle persone!
Per cui decisi di lasciar stare quell'attività e tornarmene ai miei studi universitari, ma mi contattò uno dei formatori del corso di preparazione all'esame da Promotore, dicendomi che anche lui aveva lasciato Banca121 per i miei stessi motivi e ricordandosi che in aula ero tra i più attivi e preparati, mi propose un contratto con Banca Sella. Avevamo valutato che essendo una Banca di tipo privato ed essendo il Dott. Sella anche il presidente dell'ABI, forse ci avrebbero consentito di svolgere un lavoro da consulente del cliente e non da "paccottari" della Banca. Infatti le attività andarono bene per il primo periodo ed il portafoglio gestito cresceva sempre di più, fintanto che non arrivò l'11 Settembre 2001. La caduta delle Torri Gemelle a New York.
Nei mesi successivi, e per gli anni a seguire, le borse segnarono un crollo dopo l'altro. Gli investitori persero tantissimi soldi, per cui tutti i clienti ci chiedevano investimenti sicuri in titoli di stato. Avrei potuto avere anche decine di miliardi in titoli di stato, ma non aveva più senso la mia figura professionale e soprattutto, lavoravo senza portare a casa un soldo!
Decisi quindi alla fine del 2003 di tornarmene all'università. Avevo continuato a studiare ed a sostenere esami, quindi non ero molto più indietro dei miei colleghi di corso.
Lentamente passavo dal dedicare più tempo allo studio e meno al lavoro.
Ovviamente in un'aula enorme e piena di candidati, sento gridare il mio nome. Nella confusione, non avevo capito, quale degli esaminatori avesse preso in mano il mio fascicolo, sentivo solo ripetere in continuazione, mentre mi facevo spazio tra la gente: Nasconditi, non farti vedere, questo ti boccia! Ero sicuro di me stesso, e del percorso che avevo fatto fino ad allora, e soprattutto non era da me nascondersi, e perché mai? Un'ora e mezza dopo di "interrogatorio serrato", il "Prof" si alzò per stringermi la mano e complimentarsi per aver passato l'esame e per la mia imminente iscrizione all'Albo di Promotori dei Servizi Finanziari". C'è l'avevo fatta!!!!!
Mi precipitai in Banca121 per firmare il contratto di lavoro, ma capìì ben presto che la mia idea di affiancare il cliente nelle sue scelte di investimento, era visione fiabesca e che nella realtà, dovevo vendere dei gran "pacchi" ai miei potenziali clienti! Era una logica che non capivo: Ma se oggi vendo un "prodotto finanziario" ad un mio cliente, vincolandolo per un X numero di anni. Quando saranno trascorsi questi anni ed il cliente si accorgerà di non aver guadagnato, ma soprattutto di aver perso dei gran soldi, come potrò sperare di "costruirmi" una clientela di lunga durata? In sostanza (questo vale ancora oggi) più il prodotto che vendevi era speculativo, più questo costava per il cliente, quindi più la banca ci guadagnava, e più soldi incassavi pure tu!
Una logica perversa e totalmente contraria al mio senso di Rispetto delle persone!
Per cui decisi di lasciar stare quell'attività e tornarmene ai miei studi universitari, ma mi contattò uno dei formatori del corso di preparazione all'esame da Promotore, dicendomi che anche lui aveva lasciato Banca121 per i miei stessi motivi e ricordandosi che in aula ero tra i più attivi e preparati, mi propose un contratto con Banca Sella. Avevamo valutato che essendo una Banca di tipo privato ed essendo il Dott. Sella anche il presidente dell'ABI, forse ci avrebbero consentito di svolgere un lavoro da consulente del cliente e non da "paccottari" della Banca. Infatti le attività andarono bene per il primo periodo ed il portafoglio gestito cresceva sempre di più, fintanto che non arrivò l'11 Settembre 2001. La caduta delle Torri Gemelle a New York.
Nei mesi successivi, e per gli anni a seguire, le borse segnarono un crollo dopo l'altro. Gli investitori persero tantissimi soldi, per cui tutti i clienti ci chiedevano investimenti sicuri in titoli di stato. Avrei potuto avere anche decine di miliardi in titoli di stato, ma non aveva più senso la mia figura professionale e soprattutto, lavoravo senza portare a casa un soldo!
Decisi quindi alla fine del 2003 di tornarmene all'università. Avevo continuato a studiare ed a sostenere esami, quindi non ero molto più indietro dei miei colleghi di corso.
Lentamente passavo dal dedicare più tempo allo studio e meno al lavoro.